Green Deal Europeo

Nel 2019 il Parlamento europeo ha dichiara l'emergenza climatica in Europa e nel mondo. Il Parlamento ha chiesto alla Commissione di garantire che tutte le proposte legislative e di bilancio pertinenti siano pienamente in linea con l'obiettivo di limitare il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 °C.
Il Green Deal europeo è un pacchetto di iniziative strategiche che mira ad avviare l'UE sulla strada di una transizione verde, con l'obiettivo ultimo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
L'espressione "neutralità climatica" (net-zero) si riferisce al raggiungimento di un equilibrio complessivo tra le emissioni di sostanze climalteranti (quindi non soltanto le emissioni di carbonio) prodotte dall'uomo e quelle riassorbite dagli ecosistemi, attraverso meccanismi di compensazione.
Raggiungere l'obiettivo di neutralità climatica è necessario per rispettare gli impegni dell'Accordo di Parigi sul clima del 2015. Il Green Deal adotta un approccio olistico e intersettoriale, perché parte dal presupposto che è fondamentale che tutti i settori strategici contribuiscano all'obiettivo ultimo in materia di clima. Il pacchetto comprende iniziative riguardanti clima, ambiente, energia, trasporti, industria, agricoltura e finanza sostenibile, tutti settori fortemente interconnessi.
Il Green Deal europeo è stato avviato dalla Commissione nel dicembre 2019 e il Consiglio europeo ne ha preso atto nella riunione di dicembre dello stesso anno.
La transizione verso la neutralità climatica offrirà opportunità significative, ad esempio un potenziale di crescita economica, di nuovi modelli di business e mercati, di nuovi posti di lavoro e sviluppo tecnologico.
Conclusioni del Consiglio europeo, 12 dicembre 2019

Il pacchetto "FIT for 55%" ("Pronti per il 55%")
Il pacchetto Pronti per il 55% è un insieme di proposte volte a rivedere e aggiornare le normative dell'UE e ad attuare nuove iniziative al fine di garantire che le politiche dell'UE siano in linea con gli obiettivi climatici concordati dal Consiglio e dal Parlamento europeo.

Perché "Pronti per il 55%"?
"Pronti per il 55%" si riferisce all'obiettivo dell'UE di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030. Il pacchetto proposto mira ad allineare la normativa dell'UE all'obiettivo per il 2030.
Il pacchetto di proposte mira a fornire un quadro coerente ed equilibrato per il raggiungimento degli obiettivi climatici dell'UE, in grado di:
garantire una transizione giusta e socialmente equa
mantenere e rafforzare l'innovazione e la competitività dell'industria dell'UE assicurando nel contempo parità di condizioni rispetto agli operatori economici dei paesi terzi
sostenere la posizione leader dell'UE nella lotta globale contro i cambiamenti climatici
Questo pacchetto opera una revisione di tredici leggi in materia di clima ed energia, oltre ad elaborare sei proposte volte a diminuire le emissioni del 55% entro il 2030.
- Rivedere l'ETS (Emission Trading System), ovvero il Sistema per lo scambio delle quote di emissione (un sistema che consiste nel compensare le emissione prodotte in un determinato settore riducendole in un altro). La Commissione Europea intende abbassare i limiti consentiti di emissioni ed estendere il campo di applicazione ad altri settori.
- Modificare la tassazione dei carburanti, verso una tassazione basata sul contenuto energetico e sulle prestazioni ambientali.
- Dal 2035 in poi, tutte le auto nuove immatricolate dovranno rigorosamente essere a zero emissioni. Sarà dunque illegale vendere auto nuove a diesel, benzina o ibride.
- Tre miliardi di alberi dovranno essere piantati entro il 2030, in modo tale da aumentare i depositi di carbonio, contribuendo a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
- Ancora, è stato elaborato il CBAM (Meccanismo di aggiustamento del carbonio alla frontiera). Il CBAM consiste nell'introduzione di una tassa sul carbonio alle importazioni di alcuni beni che provengono da Paesi dove vigono norme sul clima meno severe di quelle imposte dall'Unione Europea. Si intende in questo modo sfavorire la delocalizzazione delle emissioni.
- La Commissione europea ha inoltre proposto un taglio del 40% (rispetto al 2005) delle emissioni di quei settori che non rientrano nell'attuale ETS. Parliamo quindi di edilizia, agricoltura, rifiuti e parte dei trasporti. A tale fine l'UE intende usufruire delle capacità di assorbimento delle foreste europee e migliorare i pozzi naturali di carbonio.
Il Fondo per una Giusta Transizione
Nel quadro del Green Deal europeo e al fine di conseguire l'obiettivo di una neutralità climatica dell'UE entro il 2050 in modo efficace ed equo, la Commissione europea ha proposto la creazione di un meccanismo per una transizione giusta, che include un Fondo per una transizione giusta.
La Commissione ha dichiarato che il meccanismo dovrebbe concentrarsi sulle regioni e sui settori che sono maggiormente esposti alle ripercussioni della transizione a causa della loro dipendenza dai combustibili fossili, tra cui il carbone, la torba e lo scisto bituminoso, e dai processi industriali ad alta intensità di gas a effetto serra.
Il meccanismo consta di tre pilastri:
- Il Fondo per una transizione giusta;
- un regime specifico nell'ambito del programma InvestEU;
- uno strumento di prestito per il settore pubblico fornito dalla Banca europea per gli investimenti volto a mobilitare ulteriori investimenti a favore delle regioni interessate.
Il Fondo per una transizione giusta fornisce principalmente sovvenzioni. Il regime di transizione specifico nell'ambito di InvestEU attira gli investimenti privati. Le attività della Banca europea per gli investimenti dovrebbero mobilitare i finanziamenti pubblici.
Il sostegno fornito tramite il Fondo si concentra sulla diversificazione economica dei territori maggiormente colpiti dalla transizione climatica nonché sulla riqualificazione professionale e sull'inclusione attiva dei loro lavoratori e delle persone in cerca di lavoro. I criteri di ammissibilità agli investimenti nell'ambito degli altri due pilastri del meccanismo per una transizione giusta sono più ampi al fine di sostenere anche le attività connesse alla transizione energetica.
Tutti gli stati membri possono avere accesso ai fondi, ma le risorse verranno concentrate su quelle regioni che sono più in difficoltà perché fanno ancora affidamento sui combustibili fossili (carbone, lignite, torba, olio di scisto). Il grado di prosperità del paese membro verrà tenuto in considerazione.
Il pacchetto del Fondo per una transizione giusta prevede:
- il co-finanziamento fino al 85% dei costi per i progetti selezionati di cui beneficiano le comunità più vulnerabili in ciascuna regione
- un sostegno eccezionale per le imprese in difficoltà, nel rispetto delle norme temporanee sugli aiuti di Stato dell'UE
- una richiesta ai paesi dell'UE di concentrarsi al sostegno delle regioni ultra-periferiche e delle isole, destinando importi specifici dalle loro dotazioni nazionali, nel quadro dei piani nazionali per una transizione giusta.
Su iniziativa del Parlamento, sarà introdotto inoltre un "meccanismo di ricompensa ecologica", se il bilancio del Fondo sarà aumentato in seguito alla revisione di medio termine, dopo il 31 dicembre 2024. Queste risorse supplementari verranno distribuite tra gli Stati membri, e i paesi che riusciranno a ridurre le emissioni industriali di gas a effetto serra riceveranno maggiori finanziamenti.
Sono escluse dal Fondo la disattivazione o la costruzione di centrali nucleari, le attività legate ai prodotti del tabacco e gli investimenti relativi alla produzione, lavorazione, trasporto, distribuzione, stoccaggio o combustione di combustibili fossili.
La posizione della CES (Confederazione Europea dei Sindacati) sul pacchetto Fit for 55
Risoluzione della CES sul pacchetto "Fit for 55 adottata alla riunione virtuale del Comitato esecutivo del 22-23 marzo 2021
La CES sostiene la revisione al rialzo dell'obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra dell'UE ad almeno il 55% entro il 2030, anche se ciò rappresenta una sfida significativa per molti lavoratori. Questo obiettivo dovrebbe essere integrato da un obiettivo separato per l'assorbimento delle emissioni. Questi obiettivi dovrebbero tuttavia essere accompagnati da sufficienti misure finanziarie e politiche per poter essere raggiunti in modo socialmente equo.
(...)
Per raggiungere i loro maggiori obiettivi, gli Stati membri, attraverso il dialogo sociale, dovrebbero sviluppare tabelle di marcia settoriali per la decarbonizzazione e piani di transizione equa. Per essere efficiente dal punto di vista dei costi, lo sforzo dovrebbe essere distribuito in modo più equo tra gli Stati membri, a condizione che i Paesi a basso reddito ricevano un maggiore sostegno finanziario.
(...)
Per garantire l'accettazione sociale e il sostegno pubblico, il concetto di transizione giusta dovrebbe essere integrato in tutte le politiche del pacchetto "Fit for 55". Oltre all'azione per il clima, l'obiettivo del pacchetto dovrebbe essere quello di mantenere e creare posti di lavoro sostenibili e di qualità in tutti i settori e in tutte le regioni. Le istituzioni europee dovrebbero incoraggiare l'uso del dialogo sociale e della contrattazione collettiva per gestire il processo di transizione.
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