Le COnferenze delle Parti (COP) e la COP 27

Le Conferences of Parties (Conferenze delle Parti) sono summit annuali organizzati dall'UNFCCC, la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti climatici.
La storia delle COP è quella di un lungo processo negoziale, avviato nel 1992 con il summit di Rio de Janeiro, quando fu approvata la Convenzione ONU sui cambiamenti climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change, UNFCCC). La Convenzione è la pietra miliare delle risposte politiche internazionali ai cambiamenti climatici e ha come obiettivo principale "la stabilizzazione delle concentrazioni atmosferiche di gas a effetto serra, al fine di evitare pericolose interferenze antropogeniche con il sistema climatico".
Particolarmente importante è la COP 3 di Kyoto, che si è svolta nel 1997, durante la quale fu redatto il Protocollo di Kyoto. Il Protocollo di Kyoto è il primo accordo internazionale che contiene gli impegni dei paesi industrializzati a ridurre le emissioni di alcuni gas ad effetto serra, responsabili del riscaldamento del pianeta. In particolare, i 38 paesi firmatari si impegnavano a ridurre complessivamente del 5,2% le emissioni globali di 6 tipi di gas clima-alteranti (anidride carbonica, metano, biossido di azoto e altri tre gas di origine industriale) rispetto ai livelli del 1990. Il Protocollo di Kyoto è stato adottato l'11 dicembre 1997 ed è entrato in vigore il 16 febbraio 2005.
Un ulteriore passaggio fondamentale è avvenuto nel dicembre del 2015, alla Cop 21, quanto è stato raggiunto l'Accordo di Parigi.
Per approfondire i principali Accordi internazionali sul Clima, consulta la Cronologia.
La COP 27 di Sharm el Sheikh (2022)
Ogni Conferenza delle Parti approfondisce alcuni temi e si pone alcune finalità specifiche lungo la strada dell'attuazione dell'Accordo di Parigi del 2015.
La ventisettesima Conferenza delle Parti di Sharm el Sheikh, è stata definita, non a caso, la conferenza africana. Nella notte di sabato 19 novembre (con quasi 2 giorni di ritardo rispetto al programma) i 197 Stati partecipanti hanno trovato un accordo sul clima, non senza scendere a tanti compromessi. I negoziati, infatti, si sono prolungati proprio per cercare di arrivare a un testo condiviso da tutti, visto che il negoziato multilaterale - cuore delle conferenze sul clima delle Nazioni unite - prevede il consenso totale.
I principali contenuti dell'Accordo siglato hanno riguardato 4 aree:
- Incrementare la mitigazione delle emissioni di gas serra e adottare un ambizioso programma di lavoro con l'obiettivo di dimezzare le emissioni globali entro il 2030.
- Potenziare l'adattamento al cambiamento climatico, in particolare realizzare progressi nei negoziati sull'obiettivo dell'adattamento globale e del sostegno all'adattamento e alla resilienza.•
- "Loss and Damage" (Fondo Perdite e danni) - Continuare nei progressi nel sostegno ai paesi emergenti nell'affrontare i danni più gravi derivanti dalla crisi climatica, compreso un finanziamento sempre più adeguato.•
- Finanziamenti - Fare pressione nella direzione del raggiungimento dell'obiettivo di 100 miliardi di dollari fissato per il periodo 2020-2025 e definire un nuovo obiettivo di finanziamento per il clima per il periodo successivo al 2025.
L'accordo raggiunto è stato valutato da più parti come deludente. Se da un lato, infatti, si accoglie con entusiasmo l'entrata del concetto di giustizia climatica nei negoziati, con la previsione della nascita di un fondo di risarcimento (chiamato appunto Loss and Damage) per i paesi più deboli, dall'altro è vero che Usa e Ue (soprattutto) avrebbero voluto di più rispetto alle strategie di mitigazione e di azzeramento delle emissioni.
Le richieste della BWI (Sindacato Mondiale dei lavoratori delle Costruzioni e del Legno) alla Cop27
Per la maggior parte dei lavoratori dei settori dell'edilizia, del legno, della silvicoltura e dei materiali da costruzione, i pericoli del cambiamento climatico sono già una cruda realtà. Con l'aumento degli eventi climatici estremi, dalla siccità agli incendi boschivi, dai tornado agli uragani, dalle inondazioni al caldo estremo, i rischi sono diventati visibili, diffusi e tangibili, mettendo a rischio la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e nelle comunità.
In occasione della COP27 in Egitto, il Segretario generale della BWI, Building and Woodworkers' International (Sindacato Mondiale dei lavoratori del Legno e delle Costruzioni ) ha dichiarato:
"I lavoratori dei settori BWI di varie regioni stanno sperimentando gli impatti diretti dei cambiamenti climatici, che aumenteranno in numero e gravità. I lavoratori hanno già iniziato a prendere in mano la situazione.
Come BWI, siamo pronti a presentare proposte e innovazioni che mettano al centro i diritti e gli interessi dei lavoratori. La giustizia climatica può essere ottenuta solo se va di pari passo con la giustizia sociale. Il mercato da solo e i suoi attori aziendali durante la globalizzazione non hanno portato e non porteranno nessuna delle due cose".
Un numero crescente di lavoratori dei settori BWI è stato sfollato a causa degli impatti del cambiamento climatico, o è emigrato per sostenere i familiari la cui vita è stata sconvolta dagli effetti della crisi climatica. Nella ricerca della giustizia climatica, questi lavoratori non devono essere dimenticati, in quanto i loro diritti umani e del lavoro sono fondamentali da difendere e da riparare quando i cambiamenti climatici hanno un impatto negativo su di loro. Tutti i lavoratori devono essere sottoposti a una piena tutela del lavoro, in linea con gli standard internazionali fondamentali del lavoro. I diritti fondamentali del lavoro, come il diritto di organizzarsi, di associarsi liberamente e di contrattare collettivamente, sono cruciali per tutti i lavoratori, indipendentemente dal loro status, quando cercano di accedere a un lavoro dignitoso di fronte a impatti climatici estremi.
La BWI chiede ai governi di:
- Promuovere il dialogo sociale e garantire che i lavoratori dei settori BWI e i loro sindacati siano presenti al tavolo per lo sviluppo dei Contributi Nazionali Determinati e di altri piani nazionali e regionali sul cambiamento climatico.
- Promuovere politiche coraggiose per il cambiamento climatico e la giustizia economica che garantiscano i diritti umani e del lavoro e la partecipazione inclusiva.
- Monitorare, supervisionare, ispezionare e far rispettare gli standard lavorativi per i settori e i progetti legati al clima e garantire la responsabilità delle violazioni.
- Sfruttare gli appalti responsabili per i progetti nazionali e locali legati al clima, tra cui la bioedilizia, le ristrutturazioni, le infrastrutture per le energie rinnovabili e i trasporti ecologici.
- Investire nelle competenze dei lavoratori e sviluppare nuove opportunità economiche nelle regioni colpite.
La posizione della CES (Confederazione Europea dei Sindacati) sugli esiti della COP 27
Considerando l'esito della COP 27 in Egitto, Ludovic Voet della CES (Confederazione Europea dei Sindacati) ha affermato che
"L'esito della COP27 è deludente perché i risultati non sono all'altezza della portata del problema che dobbiamo affrontare.
"L'istituzione di un fondo per le perdite e i danni e il riconoscimento della necessità di una transizione socialmente equa verso un'economia a zero emissioni di carbonio attraverso il dialogo sociale sono passi avanti per affrontare il cambiamento climatico e ricostruire la fiducia internazionale nella lotta contro il cambiamento climatico. I risultati ottenuti sono gli alberi che nascondono il legno dell'inazione climatica.
"Il cambiamento climatico sta avanzando, ma non siamo ancora vicini all'eliminazione graduale dei combustibili fossili e il finanziamento dell'azione per il clima rimane inadeguato.
"I politici si sono impegnati a fondo, ma non si sono ancora concentrati sui bisogni immediati dei lavoratori e del pianeta in cui viviamo. È urgente intensificare l'azione per il clima e investire massicciamente nell'energia pulita e in posti di lavoro più verdi, nel rispetto dei diritti umani e del lavoro. C'è ancora molto da fare per creare un numero sufficiente di posti di lavoro di qualità e per limitare il cambiamento climatico a 1,5 C.
"Non possiamo permetterci ripetute carenze nell'azione internazionale per il clima. Prima della COP 28 negli Emirati Arabi Uniti, i responsabili politici dovrebbero rileggere la definizione del verbo implementare, per non perdere un altro anno".
Per approfondire la posizione dei sindacati europei sulle questioni climatiche e il concetto di Giusta Transizione, clicca qui.