Sviluppo sostenibile e Agenda 2030

Il concetto di sviluppo sostenibile
L'esigenza di una crescita economica rispettosa dell'ambiente risale agli anni Settanta, con la presa di coscienza che il tradizionale modello di sviluppo avrebbe causato nel lungo termine il collasso dell'ecosistema terrestre. La definizione di sviluppo sostenibile viene fatta risalire al documento Our common future noto anche come Rapporto Brundtland, pubblicato nel 1987 della Commissione Mondiale per l'ambiente e lo sviluppo.
Uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri. (Rapporto Brundtland, 1987)
Gli attuali sforzi per l'ambiente realizzati dalla comunità internazionale, tra cui l'Accordo di Parigi sul clima, dimostrano che i limiti del Pianeta sono una realtà. Così il nuovo modello di sviluppo ha fondato le sue basi sul rispetto per il futuro, sia del Pianeta, sia delle generazioni prossime.
Con l'adozione nel 2011 a Göteborg (Svezia) della Strategia dell'Unione europea per lo sviluppo sostenibile, piano a lungo termine per il coordinamento delle politiche ai fini di uno sviluppo sostenibile, vengono evidenziate le tre dimensioni del concetto: sviluppo economico, sociale e ambientale.
Nel lungo termine, la crescita economica, la coesione sociale e la tutela ambientale devono andare di pari passo". (Commissione per il Consiglio europeo di Göteborg, 2011)
La sostenibilità economica riguarda la capacità di un sistema economico di produrre reddito e lavoro in maniera duratura; la sostenibilità ambientale interessa la tutela dell'ecosistema e il rinnovamento delle risorse naturali; la sostenibilità sociale è la capacità di garantire che le condizioni di benessere umano siano equamente distribuite
L'affermazione della visione integrata delle tre dimensioni dello sviluppo, abbracciata anche dalla responsabilità istituzionale, arriva nel 2015, anno in cui si conclude il lungo processo negoziale sullo sviluppo sostenibile dell'Onu, che ha portato alla nascita dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, impegno comune dei Paesi di portare il mondo sul sentiero della sostenibilità.

Il modello "della ciambella"
Nel 2017 Kate Raworth, economista di Oxford, ha elaborato il cosiddetto modello economico "della ciambella".
Nel libro l'autrice critica fortemente le teorie e le prassi del pensiero economico per come lo abbiamo conosciuto finora. Il modello dell'economia della ciambella è un tentativo di rappresentare un'economia in grado di rispondere ai bisogni dell'uomo (salute, acqua, educazione, cibo, energia, casa, relazioni) e, al contempo, di rispettare l'ambiente e i suoi limiti, che sono anche limiti per la possibilità di vita umana (cambiamenti climatici, presenza di ozono, perdita di biodiversità, acidificazione degli oceani...). Se non vi è un giusto equilibrio, ne soffrirà tutta la comunità sociale.

"La nozione di bene comune coinvolge anche le generazioni future. Le crisi economiche internazionali hanno mostrato con crudezza gli effetti nocivi che porta con sé il disconoscimento di un destino comune, dal quale non possono essere esclusi coloro che verranno dopo di noi. Ormai non si può parlare di sviluppo sostenibile senza una solidarietà fra le generazioni. Quando pensiamo alla situazione in cui si lascia il pianeta alle future generazioni, entriamo in un'altra logica, quella del dono gratuito che riceviamo e comunichiamo. Se la terra ci è donata, non possiamo più pensare soltanto a partire da un criterio utilitarista di efficienza e produttività per il profitto individuale. Non stiamo parlando di un atteggiamento opzionale, bensì di una questione essenziale di giustizia, dal momento che la terra che abbiamo ricevuto appartiene anche a coloro che verranno. I Vescovi del Portogallo hanno esortato ad assumere questo dovere di giustizia: «L'ambiente si situa nella logica del ricevere. È un prestito che ogni generazione riceve e deve trasmettere alla generazione successiva». Un'ecologia integrale possiede tale visione ampia."
(da Enciclica Laudato Si', Papa Francesco)
L'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile
Tappa fondamentale nel riconoscimento della necessità di intraprendere un percorso di sviluppo sostenibile è stata il summit di Rio de Janeiro del 1992, che gettò le basi per l'adozione nel 2000 degli obiettivi per lo sviluppo del Millennio.
A seguito di un percorso durato diversi decenni, la comunità degli Stati ha approvato e poi adottato, nel 2015, il documento denominato "Trasformare il nostro mondo: l'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile".

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile' è stata sottoscritta il 25 settembre 2015 da 193 Paesi delle Nazioni unite, tra cui l'Italia, per condividere l'impegno a garantire un presente e un futuro migliore al nostro Pianeta e alle persone che lo abitano.
L'Agenda globale definisce 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs nell'acronimo inglese) da raggiungere entro il 2030, articolati in 169 Target, che rappresentano una bussola per porre l'Italia e il mondo su un sentiero sostenibile. Il processo di cambiamento del modello di sviluppo viene monitorato attraverso i Goal, i Target e oltre 240 indicatori: rispetto a tali parametri, ciascun Paese viene valutato periodicamente in sede Onu e dalle opinioni pubbliche nazionali e internazionali.
L'Agenda 2030 porta con sé una grande novità: per la prima volta viene espresso un chiaro giudizio sull'insostenibilità dell'attuale modello di sviluppo, non solo sul piano ambientale, ma anche su quello economico e sociale, superando in questo modo definitivamente l'idea che la sostenibilità sia unicamente una questione ambientale e affermando una visione integrata delle diverse dimensioni dello sviluppo. Guarda il video e i materiali allegati.
L'ASVIS - Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile in Italia
L'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), nata il 3 febbraio del 2016, è una rete di oltre 300 soggetti impegnati per l'attuazione dell'Agenda 2030 delle Nazioni unite. Tra gli aderenti all'ASVIS c'è anche la CISL.
L'Alleanza si pone come obiettivi di:
- favorire lo sviluppo di una cultura della sostenibilità a tutti i livelli, orientando in tal senso gli stili di vita, i sistemi di convivenza civile e i modelli di produzione e di consumo;
- analizzare le implicazioni e le opportunità per l'Italia legate all'Agenda globale per lo sviluppo sostenibile;
- contribuire alla definizione di strategie nazionali e territoriali per il conseguimento degli SDGs e alla realizzazione di un sistema di monitoraggio dei progressi a livello nazionale e territoriale verso gli SDGs.
L'Associazione opera secondo un modello di lavoro innovativo e inclusivo in grado di stimolare la coesione e il coinvolgimento, l'apertura alla diversità e la pluralità di visioni al fine di promuovere il cambiamento sociale e culturale necessario. Per conoscere la governance dell'Alleanza, è possibile consultare lo Statuto entrato in vigore il 19 dicembre 2022.
L'Italia e l'obiettivo 7 - Energia pulita e accessibile (Fonte Istat)

L'Italia e l'obiettivo 11 - Città e comunità sostenibili

L'Italia e il Goal 13 - Lotta al cambiamento climatico

Per consultare il Rapporto SDG's 2021 (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile) redatto da ISTAT, cliccare il link: